Mediante la Politica della Qualità, la Comunità di Rinascita intende realizzare le proprie attività in conformità alle proprie mission, vision e carta dei valori, in una chiave di sistematica e reciproca verifica e validazione. La politica della qualità per la Comunità di Rinascita costituisce quindi uno strumento attraverso il quale programmare le proprie attività, definendone: obiettivi, impegni, risorse, responsabilità, scadenze.
La Comunità (fedelmente allo stile che la contraddistingue) ha sempre determinato il suo operato in funzione del riconoscimento della centralità della persona. E questo non solo sotto l’aspetto della cura fisica e socio-educativa, ma nella totalità delle sue dimensioni. Per tale imprescindibile presupposto, l’attività dell’associazione non si è mai sviluppata secondo principi progettuali ed operativi di carattere quantitativo e/o di mera erogazione di prestazioni. Ogni servizio offerto è nato dal riconoscimento/ascolto di esigenze/richieste, con particolare attenzione alla dimensione della socialità, intesa sia come valore della qualità delle relazioni tra comunità ed utenza, ma anche come capacità di confronto e partecipazione nella definizione e ridefinizione dei servizi.
Il lavoro avviato verso una politica della qualità, pur nella condizione sperimentale da cui è partito, si è quindi collocato su un consolidato approccio operativo e di progettazione, teso ad un continuo confronto e riflessione sulla propria attività.
Non a caso l’adesione al percorso per la definizione del MAQS (Modello Attivo di Qualità Sociale) promosso dal CNCA, è coinciso con l’esigenza di dover trovare degli strumenti di rendicontazione sociale diversi da quelli propri dell’ambito produttivo, quindi capaci di considerare le dimensioni di benessere umano e personale basilari e prioritari in qualsiasi ambito del lavoro sociale.
La Comunità di Rinascita esprime quindi la propria Politica della Qualità in chiave progettuale, mediante l’elaborazione di un piano Triennale nel quale sono individuati bisogni e priorità nei processi di miglioramento da sviluppare. Annualmente viene predisposto un piano attuativo che utilizza uno strumento caratterizzato dallo schema funzionale in seguito rappresentato.
In relazione all’individuazione dei criteri di rilevamento ed evidenziazione numerica della qualità (ovvero degli indicatori), riguardanti i “destinatari” del settore socio-educativo e riabilitativo, data la consapevolezza di quanto la “valutazione di qualità” e la sua Percezione da parte dei fruitori dei servizi in questione risulti difficile e talvolta soggettiva.
L’obiettivo era quello di individuare delle modalità che fossero in grado di riportare in modo equilibrato le diverse soggettività interessate nella valutazione dell’operato della Comunità, evitando il rischio di cadere nella più ordinaria delle autocertificazioni, o di privilegiare diversamente solo l’opinione dell’utente (ancor più complessa nei casi di persone con limiti di tipo psichico o cognitivo).
Alla fine, la Comunità ha optato per l’individuazione di indicatori che permettessero di valutare e riportare in maniera quantomeno credibile il livello di qualità (funzionale e sociale) di questi servizi, sulla base di un ascolto più ampio possibile degli stakeholders. A tal fine, gli strumenti di rilevamento si sono concretizzati in documenti specifici per ognuno dei due ambiti di analisi individuati (ovvero dei servizi riabilitativi, e socio-educativi-assistenziali), caratterizzati dalla semplicità dei contenuti e delle richieste di valutazione poste agli stakeholders. Dalla sperimentazione attivata, è risultato che la valutazione sia “interna” che “esterna” ha potuto attraverso tale modalità trovare spazio nell’equilibrio delle diverse soggettività.